- Laura guarda, guarda là tra i cespugli!
- Dove? Che cosa?
- Là, in mezzo agli alberi prima della curva. Ormai è scappato, l’hai visto?
- Non ho visto niente, ma è meglio che guardi la strada e pensi a guidare. Cos’era?
- Un capriolo giovane, piccolo come un cane; ha fatto due salti tra i cespugli ed è sparito. Peccato che non l’hai visto anche tu.
- Già, peccato.
Nel tono piatto di sua moglie, Michele avvertì l’eco di qualcosa come "ti rispondo perché sei mio marito e ti voglio bene ma cosa vuoi che me ne freghi di vedere un capriolo".
Per non rovinarsi il piacere di quell’incontro con un animale selvatico, fece finta di niente e continuò con voce ancora più eccitata: - Dovevi vedere come saltava! E tu Matteo, l’hai visto il capriolo?
Diede un’occhiata nello specchietto a suo figlio seduto dietro, ma vide solo la sommità bionda di una testa china su qualcosa. Con le spalle inarcate a riccio, il ragazzo pestava freneticamente i pollici sui pulsanti colorati di un piccolo oggetto che teneva in grembo con entrambe le mani.
- Papà per favore, puoi stare zitto un momento, che sto per fare il record!
- Ho capito: ve lo siete perso tutti e due. Un vero peccato, doveva essere un cucciolo…
- Ecco, adesso ho sbagliato! Avevo quasi fatto il record, possibile che non puoi mai lasciarmi in pace quando sto giocando?
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