Il XII secolo segna l’evolversi della comunità portorina dal dominio feudale alle aspirazioni di libertà comunali.
Come le diocesi rispecchiavano i territori dei municipi di età romana ed imperiale e le corti le aree pagensi, così la struttura amministrativa della communitas nacque sulla base territoriale dell’antica pieve di Santa Maria dei Piani con l’annesso battistero, che tuttavia nel corso del terzo decennio del secolo XIII dovette cedere la sua primazia a Porto Maurizio.
Le chiese di San Maurizio, San Giorgio e San Tommaso e i territori che in esse si identificano, prima ancora che le circoscrizioni dei terzieri, rappresentano le parrocchie filiate dall’antica pieve.Esse diventano il simbolo della comunità, o meglio dell’università della parochia, presso le quali si amministrava la giustizia e si radunavano a parlamento i capifamiglia.
I più autorevoli tra questi, normalmente coincidenti con i vassalli della signoria feudale, si consorziarono in “compagne”, dando origine a corporazioni artigianali e commerciali con a capo un console che ebbe progressivamente ampi poteri. Da questo coagulo organizzativo originario si sviluppo successivamente la struttura amministrativa dei terzieri.
E’ questo un periodo molto fluido e complesso per la storia della comunità portorina, sussistendo contemporaneamente i contrapposti poteri feudali monastici e dei Clavesana con l’emergente autorità consolare prima e comunale poi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento